Questa “storia dal futuro” parla di un futuro senza frontiere. Un domani costruito da due città, un tempo separate dalla storia, che si sono ritrovate in un progetto di sviluppo unificato. Un progetto che passa, anche, dalla produzione culturale e, nello specifico, dal cinema. |
È la storia di BorGo Cinema, che ridisegna le prospettive del centro storico di Gorizia attraverso la rigenerazione culturale. Il tutto, in quattro filoni di attività. Un progetto di residenza artistica per creativi del cinema; un’accademia internazionale del cinema; un percorso di turismo cinematografico; un progetto di produzione di brevi documentari sulla storia del territorio. |
Gorizia, capitale del futuro |
«Il progetto – mi ha raccontato Eleonora de Majo, che ne coordina le attività – fa parte del Bando Borghi. La misura, individuata dal Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini, all’indomani della pandemia, ha destinato un investimento di 1 miliardo per il rilancio di 250 borghi a rischio spopolamento». Il bando prevedeva due linee d’azione: una destinata a 229 borghi selezionati tramite avviso pubblico rivolto ai Comuni; un’altra – quella che sostiene BorGo Cinema – destinata a 21 borghi individuati da Regioni e Province autonome. |
Lo scopo è riqualificare borghi e aree interne abbandonati o a rischio desertificazione attraverso la produzione culturale. Nel caso del Friuli Venezia Giulia – racconta l’operatrice culturale – è stata scelta Gorizia anche se non di tratta esattamente di un borgo spopolato. L’intervento riguarda il suo centro storico, in particolare il borgo antico che circonda il Castello, il cui sviluppo e declino sono legati alla storia della città. |
«Per tutto il Novecento – ha spiegato de Majo – Gorizia è stata una città frontaliera: un agglomerato urbano vivo e impiegato in attività connesse alla sua prossimità con il confine con la ex Jugoslavia. La sua economia era legata al commercio transfrontaliero e alla presenza di basi militari». Quando quel confine è stato aperto, è venuta meno anche la funzione storica della città e con essa gran parte dei suoi fattori di sviluppo. La modalità di spopolamento che ne ha caratterizzato il centro storico è molto simile, secondo de Majo, a quella che ha colpito molte aree interne. Qui «hai un centro storico bellissimo in cui, negli ultimi vent’anni, sempre più attività commerciali hanno cessato di esistere». |
Tra queste strade piene di serrande abbassate e case sfitte, BorGo Cinema rappresenta un investimento culturale suggestivo per un’ulteriore ragione, che Eleonora mi ha raccontato. «Nel 2025 per la prima volta la capitale europea della cultura sarà transfrontaliera. La programmazione vedrà il coinvolgimento di due città appartenenti a due differenti nazioni. È la sfida di Nova Gorica e Gorizia capitale europea 2025». |
Questa “storia dal futuro” vuole superare materialmente l’idea di confine, annichilire la nozione di frontiera. E lo fa là dove esse hanno fatto più male, sulla soglia che divide due città simbolo della storia del Novecento. |
L’hub della produzione cinematografica |
Proprio in una delle botteghe abbandonate di Via del Rastello, la strada centrale del borgo, è stata aperta la sede delle attività. L’hub della produzione audiovisiva è un luogo in cui si respira cinema. Allestito da un noto scenografo del territorio, Anton Spacapan, con la collaborazione di Daniele Braida, lo spazio comprende anche una piccola sala proiezioni con 12 posti, postazioni di co-working, aule per la formazione e un set. |
BorGo Cinema è uno dei tanti progetti che stanno rianimando la strada. Stanno nascendo un’accademia internazionale di danza, diversi spazi espositivi e gallerie d’arte, infopoint turistici, eccetera. «L’obiettivo – racconta de Majo – è che i prossimi mesi cambino il volto di queste strade. Che si rialzino le serrande abbassate da troppo tempo, che rinascano botteghe e luoghi finalizzati alle attività artistiche e culturali». |
I quattro filoni di attività di BorGo Cinema |
Il primo filone è un progetto di residenza artistica per creative e creativi del cinema promosso dall’Associazione Palazzo del Cinema Hiša Filma in collaborazione con l’Anac. Qui chi ha necessità di lavorare a un film, a un documentario o ad altri progetti legati al mondo della settima arte, partecipando a un bando, potrà può trascorrere un mese di lavoro in tranquillità, confrontandosi con persone che stanno facendo lo stesso. |
La seconda area di intervento riguarda la formazione, con la nascita di un’accademia internazionale del cinema ideata dall’Associazione Cross Border Film School. La scuola, che prevede un percorso formativo in lingua inglese, è completamente gratuita e approfondisce gli ambiti di produzione, regia e sceneggiatura, oltre ad offrire masterclass specifiche su diversi temi. «Anche se siamo abituati a considerare Gorizia una città di confine – racconta de Majo – se guardi la cartina dell’Europa in realtà si trova al centro. È un polo che può parlare a tanti giovani che vogliano intraprendere una formazione professionalizzante in tutto il contesto comunitario». Intuizione confermata dal successo dell’iniziativa. A fronte dei 15 posti disponibili si sono iscritti 133 candidati provenienti da Italia, Slovenia, Croazia, Ungheria, Austria, Serbia, Inghilterra e Portogallo. I corsi partiranno ad ottobre. |
C’è poi un progetto di turismo cinematografico, promosso dall’Associazione Kinoatelje, che punta a valorizzare la scoperta e la riscoperta della storia e del presente dell’audiovisivo sul territorio transfrontaliero. «Del resto – osserva de Majo – qui ha abitato da bambino Sergio Amidei, questa è la città in cui è nata Nora Gregor: è un luogo che ha contribuito in maniera importante alla storia del cinema, non solo nazionale». L’ultimo progetto, ideato dall’associazione èStoria, consiste nella realizzazione di una serie di documentari sulla storia del territorio. |
Formalmente le attività termineranno a giugno 2026 ma, riflette Eleonora de Majo, «Non avrebbe senso riqualificare un borgo per poi abbandonarlo di nuovo». L’intenzione degli animatori di BorGo Cinema è mettere in campo un piano di attività in grado di acquisire autonomia finanziaria nei prossimi due anni, usando le annualità finanziate mediante il PNRR per costruirne le condizioni. «Questo vale in generale per tutti i territori interessati da questo genere di progettualità – osserva – il cui sviluppo è spesso legato agli investimenti finanziati dalle istituzioni locali ed è quindi discontinuo». |
https://www.asterios.it/catalogo/confini-e-frontiere |
Una storia che parla di un futuro possibile: senza barriere né confini |
«Il nostro Paese – osserva de Majo – è pieno di posti bellissimi che per svariate ragioni sono stati abbandonati. Accade al sud in maniera prevalente, ma non solo. Questo progetto è figlio dell’idea che questi luoghi possano tornare a essere abitati. Da chi è andato via, ma anche da nuove persone, attratte dalla possibilità di costruirvi il proprio futuro». E si può fare reinvestendo su quello che esiste già, non costruendo ma riqualificando. |
Si può fare ridisegnando le città, convertendo l’economia: a Gorizia per esempio si è deciso che uno spazio urbano votato al commercio e alle attività militari potesse diventare un polo centrale, a livello mittleuropeo, per l’arte e la cultura. Senza alcun impatto ambientale, senza alcun trauma sociale, ma anzi creando nuove possibilità in una città che, ad esempio, ha sempre ospitato sedi dislocate del DAMS di Udine e che potrebbe essere il luogo in cui chi ha scelto di dedicare la propria vita al cinema decide di restare. |
Questo progetto, insomma, ambisce a scrivere una storia che parla del futuro di un territorio. Anzi, non di uno solo. «L’idea di una capitale europea transfrontaliera, in un momento storico in cui i confini sia reali sia metaforici sembrano così importanti, è una sfida interessante. Due città, dolorosamente separate dalla storia, si stanno mettendo in discussione e stanno costruendo insieme un programma culturale. Un percorso scritto e diretto in due lingue, spesso anche senza la mediazione dell’inglese». |
Un progetto di futuro bellissimo, possibile e, come BorGo Cinema dimostra, già qui.
Fonte: Storie dal futuro Storie di profughi e massacriUn diario dall’ex Jugoslaviahttps://www.asterios.it/catalogo/storie-di-profughi-e-massacri Questo libro è un intreccio di reportage, cronaca e diario che copre fatti e avvenimenti succedutisi nell’ex Jugoslavia dal 1995 ai tempi presenti. È stato scritto in presa diretta da un giornalista e scrittore italiano che ha vissuto per circa cinquant’anni nell’ex Jugoslavia. Durante la guerra in Croazia e Bosnia del 1991-1995 e successivamente, grazie alla perfetta conoscenza della lingua, dei luoghi, dei costumi, della storia del paese e delle culture dei suoi popoli, ma soprattutto grazie a centinaia di vecchie amicizie personali, ha potuto spostarsi da un teatro all’altro del sanguinoso conflitto, mettendo più volte a repentaglio la propria vita. L’autore racconta la tragedia e l’orrore della guerra con sofferta partecipazione: perchè le vittime di quella carneficina sono stati anche suoi amici e conoscenti; perchè di quella guerra è stato, oltre che testimone, un protagonista dalla parte dei più deboli, dei “diversi”, degli umiliati. Quella di Scotti è perciò una prosa ben lontana dalla inutile retorica che spesso ha caratterizzato quanto ci è stato detto della tragedia jugoslava. |