Come oggi: 4 luglio 1934. Muore Maria Skłodowska-Curie

Marie Curie nacque il 7 novembre 1867 a Varsavia con il nome di Maria Skłodowska. Fin dall’infanzia aveva dimostrato una memoria eccezionale e all’età di 16 anni aveva vinto una medaglia d’oro dopo aver completato gli studi secondari in un liceo russo. All’età di 18 anni fu assunta come governante e così poté finanziare gli studi di medicina della sorella Bronisława a Parigi, con l’accordo che quest’ultima l’avrebbe aiutata in seguito con i propri studi.
Nel 1891 Maria Skłodowska si trasferì a Parigi. Lì iniziò a seguire le lezioni di Paul Appel, Gabriel Lippmann e Edmond Boudet alla Sorbona fino al 1893, quando ottenne il primo posto nella licenza professionale in scienze fisiche e l’anno successivo il secondo in matematica.
Nella primavera del 1894 conobbe il fisico Pierre Curie e nell’estate del 1895 si sposarono. Dopo la scoperta di un nuovo fenomeno da parte di Henri Becquerel nel 1896, quello che in seguito sarebbe stato chiamato radioattività, Marie Curie decise di indagare se altri elementi chimici avessero la proprietà scoperta nell’uranio. Scoprì che questo valeva anche per il torio, contemporaneamente a G. K. Schmidt. Rivolse quindi la sua attenzione ai minerali. Pierre Curie partecipò alla ricerca, che portò alla scoperta del polonio e del radio. Successivamente, lui si concentrò sullo studio fisico delle nuove radiazioni, mentre Marie si dedicò alla possibilità di ottenere radio puro in forma metallica. Nel giugno del 1903 conseguì il dottorato in scienze e, insieme a Pierre, le fu conferita la Medaglia Davy della Royal Society. Nello stesso anno condivisero con Becquerel il premio Nobel per la fisica per la scoperta della radioattività.
Il suo intenso lavoro scientifico non fu interrotto nemmeno dalla nascita delle due figlie della coppia, nel 1897 e nel 1904. Nel 1900 fu nominata docente di fisica all’École Normale Supérieure di Sèvres, dove introdusse un metodo di insegnamento basato su dimostrazioni sperimentali, e nel dicembre 1904 assistente principale nel laboratorio diretto da Pierre Curie.
La morte improvvisa del marito, nell’aprile del 1906, oltre che un duro colpo per lei, segnò una svolta nella sua carriera: da quel momento si dedicò al completamento del lavoro scientifico che avevano intrapreso. Il 13 maggio fu nominata alla cattedra rimasta vacante a causa della morte di Pierre, diventando così la prima donna a insegnare alla Sorbona. Nel 1908 divenne professore ordinario e nel 1910 pubblicò la sua dissertazione sulla radioattività. Un anno dopo le fu assegnato il Premio Nobel per la Chimica per la separazione del radio puro.
Successivamente, dedicò le sue ricerche allo studio delle proprietà chimiche degli elementi radioattivi e alle loro applicazioni mediche. Durante gli anni ’20 tenne una serie di conferenze in diversi paesi europei e divenne membro della Commissione Internazionale per la Cooperazione Intellettuale del Consiglio della Società delle Nazioni.
Uno dei suoi risultati più importanti fu la comprensione della necessità di accumulare fonti radioattive, non solo per la cura delle malattie, ma anche per potenziare la ricerca nel campo della fisica nucleare. La presenza presso l’Istituto del Radio di una riserva di 1,5 grammi di radio, nella quale, in un periodo di diversi anni, si erano accumulati radio D e polonio, contribuì in modo decisivo al successo degli esperimenti condotti intorno al 1930 e in particolare quelli realizzati dalla figlia, Irène, in collaborazione con il marito Frédéric Joliot, e che hanno preparato il terreno per la scoperta del neutrone e della radioattività artificiale nel 1934.
Pochi mesi dopo l’ultima scoperta, il 4 luglio, Marie Curie morì a causa dell’anemia provocata dall’esposizione alle radiazioni. Tuttavia, riuscì a vedere lo sviluppo della Fondazione Curie a Parigi e l’inaugurazione dell’Istituto del Radio a Varsavia. Nel 1995, le sue ceneri furono conservate al Pantheon di Parigi, rendendola nuovamente la prima donna a ricevere questo onore per i suoi successi.
Fonte: kathimerini.gr
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