I manipolatori della realtà

 

I manipolatori della realtà agiscono su tutte le dimensioni, da come bisogna nascere all’interno delle cliniche di riproduzione artificiale, a come bisogna vivere in una bionanomedicalizzazione preventiva che corre con la rete 5G – terapie geniche anche se in salute, costante accompagnamento algoritmico in tempo reale ed emergenze continue – a come e quando si deve morire, con la “dolce morte” di Stato.
Delle non-vite pronte a essere rinchiuse per i prossimi confinamenti climatici nel dorato recinto della “città green e inclusiva dei 15 minuti”, pronte a ricevere i segnali di allerta in tempo reale sullo smartphone e a seguire i precetti del “cittadino virtuoso”.

https://www.asterios.it/catalogo/dal-corpo-neutro-al-cyborg-postumano


 

Le teorie post-moderne proseguono l’opera di decostruzione della realtà rendendola ostaggio del discorso, ma oggi siamo ben oltre questo processo di decostruzione e risignificazione della realtà: sono l’esistenza stessa della realtà e della verità ad essere sotto attacco, assediate da costruzioni sintetiche e artificiali che senza il bisogno di imporsi diventano l’unico orizzonte di senso possibile e immaginabile. Una realtà de-fatticizzata trasformata in un processo rimodellabile a piacimento. Una realtà proteiforme, fluida, instabile, volatile, effimera e istantanea: le caratteristiche del presente cibernetico e transumano. Nulla che dia solidità e appiglio, nulla in grado di reggere questi tempi di disgregazione e cancellazione, nulla su cui soffermarsi, nulla che possa trattenere. Tutto scivola e viene inghiottito nell’universo-Macchina.
Hanna Arendt descrive la verità come la “terra sulla quale stiamo e il cielo che si stende sopra di noi”1, verità che possiede la solidità dell’essere. Una solidità che oggi svanisce. La verità oggettiva si sgretola, si scompone in molteplici forme e le sensazioni soggettive prendono il posto delle realtà oggettive. La verità, da questione ontologica, diventa mero sentire soggettivo infinitamente scomponibile e ricomponibile dai riprogettatori dell’umanità sintetica.

In assenza di tensione per la verità la società si può reggere solo sulla menzogna, come insegna Simone Weil. La verità è fondamento esistenziale dell’umano, la sua disintegrazione corre parallela con la disgregazione della società.

Dall’assedio ai corpi e al vivente nei suoi più intimi processi arriviamo all’assedio della stessa realtà. La grande battaglia oggi è per l’esistenza stessa della realtà. Il punto di non ritorno è più vicino che mai, ma quando ci arriveremo molti non ne saranno consapevoli. Ciò che dai più è stato accettato oggi sarà la condizione necessaria di quello che sarà accettato domani.

I manipolatori della realtà agiscono su tutte le dimensioni, da come bisogna nascere all’interno delle cliniche di riproduzione artificiale, a come bisogna vivere in una bionanomedicalizzazione preventiva che corre con la rete 5G – terapie geniche anche se in salute, costante accompagnamento algoritmico in tempo reale ed emergenze continue – a come e quando si deve morire, con la “dolce morte” di Stato2.
Delle non-vite pronte a essere rinchiuse per i prossimi confinamenti climatici nel dorato recinto della “città green e inclusiva dei 15 minuti”, pronte a ricevere i segnali di allerta in tempo reale3 sullo smartphone e a seguire i precetti del “cittadino virtuoso”.

Delle non-vite amministrate in mano a Tecnici e, all’occorrenza, a Tribunali. Tecnici e Tribunali che leveranno la potestà genitoriale a quei genitori che si opporranno alle prossime inoculazioni, che si opporranno alla penetrazione dell’ideologia gender nelle scuole e al contagio sociale della trans-identificazione. E considerando le spinte per l’eutanasia anche per gli adolescenti, i genitori non potranno più nemmeno difendere i figli dalla morte di Stato.

Tecnici e Tribunali che dimostreranno, a tutti i costi, come la famiglia di origine sia inadeguata e inadatta per prendersi cura dei figli. Il legame biologico non deve aver più nessuna importanza e deve essere scardinato anche l’ultimo vincolo che lega i figli con i genitori, distruggendo quei legami unici non cedibili e non mercificabili. Il laboratorio degli orrori di Bibbiano insegna.

“Amministratori di sostegno” anche per gli anziani dimenticati, in una società che non ha più posto per la vecchiaia, che mira a cancellare gli anziani stessi per quello che rappresentano: la memoria, il passato. Ma “il passato distrutto non torna mai più. La distruzione del passato è forse il delitto supremo. Ai nostri giorni, la conservazione di quel poco che resta dovrebbe diventare come un’idea fissa”4, ci ricorda ancora Simone Weil. Riconoscere la vita è riconoscere anche la morte perché la vita che nega la morte nega anche se stessa: “I morti riportano infatti alla memoria il trapasso, che va rimosso, e per questa ragione vengono trattati come rifiuti da smaltire alla svelta. Ma la vita che schiva la morte come fosse sporcizia è destinata a soffocare nelle sue stesse deiezioni”5. Il presente che non conosce futuro, ma solo un presente ottimizzato, è il presente della modernità in cui nulla viene tramandato e in cui nulla è radicato.

Una comunità è tale se è fondata dalle relazioni e dai legami tra gli appartenenti alla stessa comunità, e tra queste abbiamo anche i legami familiari e la prima relazione, quando si viene al mondo, tra la madre e il figlio o la figlia. Una comunità è tale se è fondata dai riti, dalle tradizioni, dalla memoria, dal radicamento nel territorio e da un comune orizzonte di senso sul passato, sul presente e sul futuro. Seguendo il pensiero del filosofo Han: “Essere liberi non significa essere privi di legami e di vincoli. Non è l’assenza di legami e di radici a rendere liberi, ma la presenza di legami”6. Il legame tra sé e la comunità, tra sé e il mondo si regge anche su un senso, un significato e un sentimento di sacralità. Oggi stiamo assistendo alla lacerazione e cancellazione proprio di tutto ciò che può fondare e rendere tale una comunità.

“Altrimenti non so più da dove vengo. Da chi, da cosa dipendo, senza smettere di appartenermi. Altrimenti non ho più consistenza, nient’altro che plastilina, una non-persona mimetica che come tutte le altre, serve a tutto. Nient’altro che un automa afasico, un ingranaggio della Madre Macchina”7, come scrivono Pièces et main d’ouvre.

Assistiamo a una scarnificazione della realtà che non fa rimanere nemmeno l’osso, nemmeno quel nucleo inaccessibile e inafferrabile dalle contraffazioni del presente. Viviamo in tempi voraci.

Molteplici cortocircuiti mentali fanno rientrare tutto in un paradigma tecno-medicale preventivo con terapie per tutti e per ogni situazione. I dispositivi impiantabili diventeranno una modalità di prevenzione grazie al costante monitoraggio di quelle che verranno considerate condizioni di salute all’interno di parametri e di calcoli algoritmici predeterminati. Le tecniche di fecondazione assistita diventano una terapia, anche se non curano l’infertilità e anche se non sono mai state messe a punto con questo scopo, ma per progettare esseri umani con determinate caratteristiche. La crioconservazione di gameti diventa una pratica preventiva per far fronte a un’eventuale infertilità, che date le condizioni di inquinamento ambientale sarà sempre più in aumento. I sieri genici a mRNA o a DNA ricombinante diventano una terapia preventiva per ogni patologia, cancro incluso.

I nuovi piani vaccinali nazionali ed europei congiuntamente alla partnership tra OMS e la Fondazione Rockfeller per una “preparazione globale alle pandemie nell’era del cambiamento climatico” ci inonderanno di fiale.

Prevenzione equivale ad affidare la propria esistenza sempre di più agli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale, a prepararsi per le cliniche di riproduzione artificiale, a selezionare l’embrione, a sottoporsi a sieri genici. Presto prevenzione significherà modificare geneticamente con il CRISPR/Cas 9 l’essere umano prima della sua nascita. L’essere umano dovrà diventare un prodotto da laboratorio. Le tecniche di fecondazione assistita preparano alla totale dissociazione tra sessualità e procreazione e alla radicale trasformazione della nascita che, con l’utero artificiale, non equivarrà più a venire al mondo dal ventre materno, ma ad essere estratti da un supporto tecnico.

“Se dovessi fare una previsione direi che i miei nipoti verranno da embrioni selezionati e modificati geneticamente, e per l’umanità non cambierà niente. Sarà come vaccinarsi.”: significativa affermazione di Dan MacArthur, direttore del Center for Population Genomics.

Con la tecnologia CRISPR/Cas 9 ed a mRNA si compie la transizione della medicina verso la genetica preventiva: si compie il processo attraverso il quale si penetrano i corpi, modificandoli e preparando l’essere umano a ulteriori modificazioni genetiche.

La stessa narrazione la troviamo anche riguardo la Terra, malata, che sarà “curata” con la biologia sintetica e la geoingegneria, attraverso pseudo soluzioni tecniche che sono parte integrante del problema e che produrranno solo altri disastri che si sommeranno e si incrementeranno tra loro.

“E forse la peggior catastrofe sarebbe l’assenza di catastrofe: una conquista senza intralci ad opera del sistema tecno-scientifico che proverebbe l’eccellenza dei suoi tecnici. Ma proprio considerando che le catastrofi devono diventare la norma, il sistema produrrà le stesse catastrofi per una perenne gestione di uno stato d’emergenze”8.

Il paradigma a mRNA si estende e arrivano anche i pesticidi a mRNA che saranno sperimentati in campo aperto a livello europeo, sdoganati in un continuo cortocircuito di pensiero come sostitutivi a quelli chimici e quindi come “sostenibili”. Dopo la chimica arriva la biologia sintetica, la nanotecnologia e l’ingegneria genetica, in ogni ambito e applicazione.

I pesticidi a mRNA interferente9, detti anche pesticidi genetici, utilizzano il meccanismo dei sieri a mRNA utilizzati per la Sars-Cov2 e verranno irrorati sulle colture, distribuiti tramite batteri, virus e funghi o incorporati in piante geneticamente modificate.

Dai campi ai corpi – dicevamo al tempo delle mobilitazioni contro gli OGM – e dai corpi si ritorna nei campi: ora il paradigma genetico si fa sistema normalizzandosi e diventando atmosfera quotidiana in cui si è immersi senza nemmeno rendersene conto.

L’essere umano e l’intero vivente diventano così mera materia da monitorare, amministrare, pianificare, selezionare, manipolare, riprogrammare, ingegnerizzare, sintetizzare. E materia da ottimizzare, implementare – “migliorare” dicono i tecno-scienziati. Anche la pioggia, “migliorata” con particelle nanotecnologiche di grafene, anche le piante modificate geneticamente per resistere ai cambiamenti climatici. Perché adesso tutto deve rientrare anche nella nuova narrazione emergenziale climatica, e per le prossime carestie alimentari sono già pronte farine di insetti e carne sintetica. L’esistenza stessa si fa sintetica.

In arrivo, a livello europeo, la Legge per il “Ripristino della natura”. Ormai i livelli di inquinamento e degradazione ambientale sono tali che non resta altro che riprogettare la stessa natura e, di conseguenza, anche l’essere umano. Curioso che la natura non esista quando si tratta di sesso, procreazione, piante e animali non OGM, ma poi ritorni, questa volta dal laboratorio e non può che ritornare sintetica. Così si interverrà sul vivente che dovrà essere continuamente adattato e riprogettato. Il “ripristino della natura” sarà un’ulteriore rivendicazione dei gruppi ambientalisti prodotti e alimentati da Davos per portare avanti una precisa ideologia contro la vita, l’umanità, la natura e, ovviamente, mai contro il sistema tecno-scientifico.

Anche l’umano dovrà funzionare al meglio, come una macchina, al massimo dell’efficienza e della prestazione. La specificità dei tempi di oggi è che questo avrà anche una dimensione di auto-ottimizzazione e auto-sfruttamento volontaria, desiderata e rivendicata, senza padrone, per questo non conoscerà limiti.
La cancellazione delle identità culturali dei popoli è un altro tassello di un più ampio processo. Cancellare riti e tradizioni significa rendere un popolo vuoto e fragile, e il vuoto di significato e il vuoto d’identità sono la condizione perfetta per qualsiasi manipolazione. Una distruzione di diversità per un’omologazione che seguirà i dettami dei “plasmatori di uomini”.
“Non c’è niente da mettere in comune se non si ha più nulla di proprio. Se non ci sono più persone di qui o di altri luoghi, ma nient’altro che passeggeri uniformi e intercambiabili”10.
Si tratta di tasselli che vanno uniti tra loro, non siamo di fronte a una cultura della morte, ma a una cultura della cancellazione: è in atto una demolizione totale delle precedenti forme di esistenza: la procreazione – la nascita, il sesso biologico, l’educazione, le relazioni, la famiglia, la morte – dove l’imperativo è riprogettare l’umanità in chiave cibernetica, artificiale e sintetica. Significativo che i nuovi OGM approvati recemente in Italia vengano sviluppati attraverso le cosiddette Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA)11, che rientrano nello stesso paradigma e nello stesso procedere delle Tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). La vita in vitro.

Durante il Word Economic Forum (WEF) di Davos di quest’anno i tecnocrati si sono domandati se l’umanità è “pronta alla trasparenza cerebrale” (“Ready for Brain Transparency?”) riaffermando con forza che “l’unica via d’uscita dalle nostre crisi esistenziali, dal riscaldamento globale, dai rischi posti dalle armi nucleari, da nuovi agenti patogeni e bioingegnerizzati e dall’intelligenza artificiale sia fonderci con la tecnologia”. Gli stessi si sono anche chiesti se avremo ancora figli umani entro la fine del secolo.
Le nuove generazioni nate in vitro non avranno memoria della dimensione della nascita e della procreazione sessuale e del fatto che si nasce da una madre e da un padre. Un’obsolescenza programmata.

La dimensione della procreazione, le nostre radici sessuate, l’umanità e la stessa realtà sono l’ultima frontiera del transumanesimo. Dall’embrione-prodotto al corpo-neutro, al corpo-riprogettabile, al corpo-piattaforma, al corpo-nodo di una rete. Tecno-corpi in una tecno-vita ingegnerizzata, riprogettata in laboratorio e perennemente interconnessa nella grande rete dell’Internet delle cose e dei corpi comunicanti.

La riproduzione artificiale dell’umano è interconnessa con lo sviluppo e la diffusione dei sieri genici a mRNA e con l’aumento dei percorsi di transizione che causano infertilità, così per chi vorrà procreare si apriranno le porte delle cliniche. Le terapie geniche e le tecniche di fecondazione assistita produrranno anomalie genetiche, per farvi fronte verrà offerta ancora la selezione embrionale, così non ci sarà fine alle ulteriori anomalie genetiche prodotte da un ambiente sempre più tossico e compromesso dalle stesse tecniche di ingegneria genetica.

Sterilità è il nuovo paradigma. Sterilità fisica, mentale, spirituale. Esseri umani resi sterili nella capacità di procreare, nella capacità di pensare, nella possibilità di comprendere il reale e, in ultima istanza, nella possibilità di difendersi e di resistere. L’umanità dovrà nascere, vivere e morire in ambiente sterile.

L’ideologia gender, le cliniche dell’“identità di genere” con tutto l’apparato farmaceutico, tecno-medico e bionanotecnologico e una propaganda messa in piedi ad hoc vendono illusioni sintetiche aprendo allo smontaggio dei corpi verso un essere umano neutro reso sterile, pronto per i laboratori di riproduzione artificiale e ingegneria genetica. Come lucidamente scrive Jennifer Bilek: “Evocare identità sessuali sintetiche mediche e venderle alle generazioni successive, contemporaneamente con la loro sterilizzazione, e inserirle in un movimento per i diritti umani di persone attratte dallo stesso sesso, quando tutti avranno bisogno della tecnologia di riproduzione assistita, non è un caso. È il genio politico cucito al gigantesco apparato di marketing dell’industria tecno-medica. […] Queste famiglie moderne stanno aprendo la strada a una colonizzazione totale della riproduzione umana, motivo per cui l’attuale modello di famiglia viene attaccato insieme al sesso riproduttivo. La prole tecnologica della LGBT Inc. che emergerà da questi esperimenti non sarà radicata in un insieme di geni parentali, ma in una fabbrica di geni e corpi coinvolti nella loro gestazione. […] Ma ora è amplificata da una frenesia tecnologica sposata con un corporativismo sfrenato e con il potere di quella che è diventata la LGBT Inc, una forza che si manifesta con la corporativizzazione dell’attrazione sessuale e dei feticci”.12

Possiamo capire quanto sia un tassello fondamentale l’ideologia gender, che deve arrivare a resettare e rimodellare le menti dei bambini e dei ragazzi. Deve essere reciso ogni legame con il mondo reale e naturale. Tutto deve essere artificiale, sintetico e virtuale. La dissociazione con il corpo sessuato apre alla dissociazione e cancellazione della verità e alla cancellazione dei corpi. Stiamo andando verso una completa dissociazione dalla dimensione della procreazione, dalla vita, dalla morte, dal corpo sessuato, dalla realtà. Dissociazione anche da se stessi e dal mondo naturale di cui si è parte. Una comunità dissociata da se stessa e anestetizzata come potrà ancora dirsi umana?

Libertà di scelta, desiderio, diritto, progresso, inclusione – ecco il mantra progressista arcobaleno.

In nome dei diritti e della libertà con i bloccanti della pubertà si sterilizzano adolescenti, si strappa a una madre suo figlio per darlo a dei genitori committenti, si crea un bambino che sarà un bricolage genetico con il DNA di tre genitori. In nome dei diritti e della libertà si sosterranno i peggiori orrori.

Siamo giunti a dover combattere solo per affermare che gli uomini sono uomini e che le donne sono donne e che adolescenti, bambini, bambine vanno lasciati in pace dall’indottrinamento gender che li spinge alla trans-identificazione e vanno strappati dai tentacoli biotecnologici della trans-industria. A combattere per affermare che i nuovi “vaccini” e anche i “nuovi OGM” sono tecnologie di ingegneria genetica. A combattere per la verità. Se non c’è verità, se tutto diventa relativo e opinabile, non può esserci nemmeno libertà.

L’unica verità possibile sarà quella algoritmica che decreterà il “buon andamento” di ogni cosa.

Come profetizzò Gilbert Keith Chesterton: “La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto”13.

L’utile, l’efficiente, l’ottimizzabile, il potenziabile contraddistinguono l’imperativo tecnico e l’orizzonte transumanista. Il paradigma del laboratorio non conosce etica, solo pretesti etici con cui costruire giustificazioni per far avanzare i suoi progetti. La sofferenza e la malattia, quelle vere, non quelle che appartengono alle costruzioni sintetiche e ai piagnistei vittimistici, diventano merce di scambio, per ricostruire un’umanità senz’anima.

Da un coacervo di insoddisfazioni, frustrazioni, capricci, desideri e bisogni indotti non potrà mai nascere una spinta per rivoltarsi contro lo stato di cose presenti, ma solo per pensare a sé stessi con un agire rinchiuso in una dimensione personale e una protesta che fa della testimonianza individuale il proprio centro. Il personale ha così fagocitato il piano politico e sociale.
Se poi aggiungiamo la totale assenza di limiti, la disintegrazione dei valori e la fascinazione per le tecno-scienze quello che ne uscirà sarà solo un aborto di un progetto di trasformazione della società e di opposizione all’avanzata del sistema perché si collocherà perfettamente al suo interno.
Il pantano ideologico confonde e disorienta, al massimo può far crescere una critica edulcorata che rimane sulla superficie senza mai andare all’origine, senza mai addentrarsi e scavare in profondità, senza mai avere una visione d’insieme. Ma sarà una critica che avrà vita breve, cambiando direzione in base a dove soffierà il vento senza la forza di reggere la tempesta, e il vento di questi tempi è un vento direzionato. Una critica che può andare bene ai più, senza essere scomoda e pungente, non arriverà mai a mettere in discussione i presupposti e le fondamenta su cui si regge questo sistema tecno-scientifico. Un’aridità della critica che porta a un’aridità di percorsi che si arenano ancora prima di partire. Un’aridità che arriva a trasformarsi in un’aridità e ristrettezza di pensiero, di senso, di sentimento, di orizzonte. Una critica che si sofferma solo sul piano del profitto di coloro che invece mirano a riorganizzare l’umanità e il mondo come una grande riserva seguendo una precisa ideologia transumanista ed eugenetica per un’“organizzazione cosciente e sistematica”14 della direzione della stessa evoluzione, che interpreti i tempi presenti e le attuali trasformazioni con categorie stantie e polverose, utilizzando ancora concetti come borghesia-proletariato e che si soffermi su “destra” e “sinistra” non potrà cogliere un più profondo piano di assoggettamento e la reale posta in gioco oggi: l’umanità. Invece delle analisi che ricordano i bilanci aziendali e il pantano ideologico preferiamo una palude ghiacciata, “su cui si avanza con maggior sicurezza e rapidità”15. Visioni radicalmente diverse in cui la congiuntura sarà di fatto sempre solo di superficie.

Dobbiamo prepararci a tempi duri. Dobbiamo quindi avere ben in mente quel confine inviolabile e non negoziabile, ciò che non sarà mai eticamente accettabile. Oggi la linea va tracciata tra chi vorrà Restare umano e tra chi sosterrà l’avanzata del transumano.

Non copriamo di glassa le potenzialità di quello che possono mettere in campo, non offriamo illusioni e non vendiamo né scorciatoie nel supermercato delle opinioni, né scappatoie dall’uscita di servizio. La strada può essere soltanto lunga e faticosa, con la profonda comprensione che due opposte visioni di mondo, di vivente, di natura, di essere umano si stanno scontrando. In questo scontro è in gioco tutto e non è possibile dialogo, compromesso, confusione, dubbio, indecisione. Ci sono dei nodi attorno cui non è possibile alcuna discussione, così come non è possibile discutere in merito alla possibilità di modificare geneticamente un essere vivente.

Dobbiamo essere disposti a combattere anche una battaglia persa per mantenere il senso dell’umanità libera dal mondo-macchina, per trasmettere a chi verrà un senso altro del vivere. Sotto le macerie arderanno fuochi che continueranno, come anche noi stiamo già facendo, un percorso di resistenza.

Lo sradicamento è profondo, senza il passato e senza il presente ci stanno cancellando il futuro che non avrà più nessuna solida base su cui fondarsi. “Noi vivi, i guardiani, siamo i figli di Padre Passato e di Madre Memoria; non i prodotti del futuro e della macchina. […] Sopravvivendo nei resti, senza dubbio dobbiamo salvare i resti”16.

Oggi essere rivoluzionari è essere conservatori di quei valori sostanziali, dell’umanità nelle sue basi biologiche, spirituali e comunitarie, di un vivente libero fuori dai loro laboratori. Dal momento che il mondo intero da tempo è diventato un immenso laboratorio a cielo aperto e anche i corpi sono deilaboratori viventi la necessità di resistere e di lottare dovrebbe essere evidenza che nasce dalla totale discrepanza tra l’assoluta avversione alla vita che caratterizza quello che stanno mettendo in campo e la vita stessa.

Richard Dawkins nel suo libro “L’orologiaio cieco”, nel 1986 con queste parole ben rappresenta l’ideologia che sottende l’avanzata del mondo-macchina: “Se vuoi capire la vita, non pensare a una carne che pulsa e vibra; pensa alla tecnologia dell’informazione… ciò che sta al centro di ogni essere vivente non è un ‘fuoco’ interiore, non il respiro caldo, non il ‘fuoco’ scintilla di vita”.
Ed è proprio questa ideologia che riduce la vita al regno della quantità e della calcolabilità, al macchinico, a un qualcosa di rimodellabile e riproducibile che ha assogettato l’umano e l’intero vivente. Dalla calcolabilità della razionalità prima meccanicistica e poi algoritmica alla riorganizzazione del mondo fino alla sua più profonda manipolazione con la presunzione di voler penetrare l’irriducibile e l’inaccessibile. Una presunzione che non è un mero delirio di onnipotenza, ma che diventa un operato sul mondo, che riscrive lo stesso mondo, un disegno che si concretizza e che sta accelerando vorticosamente.
Ma saremo sempre un “uomo di carne che deve essere integrato in questo meccanismo di ferro”17, per usare le parole di Charbonneau. E alcune e alcuni di noi non si arrenderannomai, costi quel che costi.

Alla forza delle Madri: “Una simile verità mi si chiarì per la prima volta durante la guerra civile: anche le rivoluzioni non costituiscono un pericolo per l’ordine costituito, finché non vi partecipano le madri. […] Quando le donne si lasciano dietro le spalle la paura della morte, le cose avvengono e si compiono con la violenza di una fiumana alluvionale”18.

Silvia Guerini, Luglio 2023, pubblicato in L’Urlo della Terra, numero 11

Note:

1 Hanna Arendt, Verità e politica, Bollati e Boringhieri, 1995.

2 Silvia Guerini, La morte in mano allo stato, in L’Urlo della Terra n°10, Luglio 2022,

3 Vedi l’inizio della sperimentazione di ingegneria sociale IT-Alert.

4 Simone Weil, La prima radice. Preludio ad una dichiarazione dei doveri verso l’essere umano, SE, 1990.

5 Byung-chul Han, Perché oggi non è possibile una rivoluzione, Nottetempo, 2022.

6 Byung-chul Han, Il profumo del tempo. L’arte di indugiare sulle cose, Vita e pensiero, 2017.

7 Pièces et main d’ouvre, Cosa resta da salvare. La vita tra i resti, Nautilus, 2021.

8 Jaime Semprun, René Riesel, Catastrofismo, Amministrazione del disastro e sottomissione sostenibile, Ortica Editrice, 2020.

9 Oggi l’utilizzo sperimentale è permesso in Germania, Francia, Spagna e Slovenia, in particolare su colza e patate. Fuori dall’Europa se ne fa uso massiccio in Cina, USA e Canada.

10 Pièces et main d’ouvre, op.cit.

11 Costantino Ragusa, Il nuovo ORDINE GENETICO MONDIALE passa anche dalla terra. In arrivo i “nuovi” OGM, in L’Urlo della Terra n.°10, Luglio 2022, www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/il-nuovo-ordine-genetico-mondiale-passa-anche-dalla-terra-in-arrivo-i-nuovi-ogm/

12 Jennifer Bilek, Is humanity ready for LGBTQ+ tech babies and the full erasure of women from reproduction?, in Jennifer’s Newsletter https://jbilek.substack.com/p/is-humanity-ready-for-lgbtq-tech, consultato il 27/06/2023; Jennifer Bilek, Is humanity ready for LGBTQ+ tech babies and the full erasure of women from reproduction?, in Human Event., 6/11/2023 https://humanevents.com/2023/06/11/jennifer-bilek-is-humanity-ready-for-lgbtq-tech-babies-and-the-full-erasure-of-women-from-reproduction, consultato il 27/06/2023

13 Gilbert Keith Chesterton, Eretici, Lindau, Torino, 2010.

14Resistenze al nanomondo, Perchè la rivoluzione è verde, in L’Urlo della Terra, n.°10, Luglio 2022, https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/perche-la-transizione-e-verde/

15 Ernst Jünger, Prossimi titani, ultima intervista in Av. Vv. Ernst Jünger, L’Anarca dal cuore avventuroso, Aga editrice, 2021.

16 Pièces et main d’ouvre. op.cit.

17 Bernard Charbonneau, Il sistema e il caos, Arianna editrice, 2009.

18 Ernst Jünger, Il cuore avventuroso, Guanda, 2001.


https://www.asterios.it/catalogo/i-figli-della-macchina