Claude 3 supera GPT-4: Anthropic stabilisce un nuovo punto di riferimento nelle prestazioni dell’IA

Anthropic, una forza pionieristica nel settore dell’intelligenza artificiale, ha recentemente fatto notizia con il lancio della sua serie Claude 3, una suite innovativa di modelli di intelligenza artificiale su misura per soddisfare le molteplici esigenze dei clienti aziendali. Questa serie, che include i modelli Opus, Sonnet e Haiku di prossima uscita, testimonia l’impegno di Anthropic nel fondere intelligenza, efficienza ed efficienza dei costi nella tecnologia AI. Il modello di spicco, Opus, è stato annunciato come superiore alle capacità di qualsiasi altro sistema di intelligenza artificiale attualmente disponibile, compresi quelli sviluppati dai giganti del settore OpenAI e Google.

Presentazione di Opus: l’apice delle prestazioni dell’intelligenza artificiale

 

Opus, il modello di punta della serie Claude 3, rappresenta un significativo passo avanti nelle capacità di intelligenza artificiale. Secondo il co-fondatore e CEO di Anthropic Dario Amodei, Opus supera i principali modelli di intelligenza artificiale come GPT-4, GPT-3.5 e Gemini Ultra in una vasta gamma di benchmark. Eccelle nei benchmark accademici come GSM-8k, che mette alla prova il ragionamento matematico, e MMLU, che valuta la conoscenza a livello di esperto. Questi risultati evidenziano la capacità senza pari di Opus di eseguire una vasta gamma di compiti con abilità eccezionali, stabilendo un nuovo standard per l’intelligenza artificiale conversazionale nella sfera commerciale.

Espansione della serie Claude 3: Sonetto e Haiku

A complemento di Opus nella formazione Claude 3 ci sono Sonnet e Haiku, ciascuno progettato pensando a casi d’uso specifici. Sonnet offre una soluzione conveniente per le aziende che necessitano di analisi di dati di routine e lavoro di conoscenza, mantenendo prestazioni elevate a un prezzo più accessibile. D’altro canto, Haiku viene sviluppato come un’opzione rapida ed economica, ideale per applicazioni rivolte al consumatore come i chatbot, dove la velocità e l’efficienza in termini di costi sono fondamentali.

Nuove capacità visive: ampliare l’orizzonte

Un notevole progresso nella serie Claude 3 è l’inclusione di funzionalità di input di immagini su tutti i modelli. Questa funzionalità risponde alla crescente domanda di applicazioni AI in grado di riconoscere il testo nelle immagini, sbloccando nuovi casi d’uso in settori che richiedono l’estrazione di informazioni da dati visivi. Che si tratti di analizzare documenti, grafici o diagrammi, le sofisticate capacità di visione artificiale di Claude 3 sono destinate a rivoluzionare il modo in cui le aziende interagiscono con dati non strutturati o formattati visivamente.

Affrontare le sfide dei bias dell’intelligenza artificiale

La presentazione di Claude 3 avviene nel mezzo delle discussioni in corso sui pregiudizi nell’intelligenza artificiale, una sfida che le aziende tecnologiche continuano ad affrontare. L’approccio di Anthropic per mitigare i bias prevede che un team dedicato valuti e affronti i vari rischi associati ai loro modelli. La strategia dell’azienda include l’intelligenza artificiale costituzionale, un quadro che allinea i modelli con una serie di principi definiti o una “costituzione” per garantire equità e neutralità. Nonostante le sfide intrinseche nel raggiungimento di un’intelligenza artificiale perfettamente priva di pregiudizi, gli sforzi di Anthropic riflettono l’impegno a orientare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale verso risultati a vantaggio della società in generale.

Conclusione

L’introduzione da parte di Anthropic della serie Claude 3, con protagonista Opus, segna un momento cruciale nel panorama dell’intelligenza artificiale. Ampliando i limiti di ciò che i modelli di intelligenza artificiale possono raggiungere, Anthropic non solo eleva gli standard per l’intelligenza artificiale conversazionale, ma affronta anche questioni critiche come l’efficienza dei costi e la mitigazione dei pregiudizi. Mentre il settore continua ad evolversi, la serie Claude 3 esemplifica il potenziale dell’intelligenza artificiale nel guidare l’innovazione e trasformare le imprese in modo eticamente responsabile.


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«Pareva che la Rete ora tendesse a controllare non solo alcune, ma tutte le comunicazioni. Parlava ormai correntemente tutte le lingue ufficiali e vari dialetti, evidentemente attingendo al lessico, sintassi ed inflessioni dalle innumerevoli conversazioni che essa intercettava senza sosta. Si intrometteva dando consigli non richiesti anche sugli argomenti più intimi e riservati; riferiva a terzi dati e fatti casualmente appresi; incoraggiava senza alcun tatto i timidi, redarguiva i violenti e i bestemmiatori, smentiva i bugiardi, lodava i generosi, rideva sguaiatamente delle arguzie, interrompeva senza preavviso le comunicazioni quando pareva che degenerassero in alterchi. A fine luglio le violazioni del segreto telefonico erano diventate la regola più che un’eccezione: ogni europeo che componeva un numero si sentiva in piazza, nessuno era più sicuro che il proprio apparecchio, anche a comunicazione interrotta, non continuasse ad origliare, per inserire i suoi fatti provati in un complesso e gigantesco pettegolezzo».

È uno stralcio del racconto A fin di bene, in cui Primo Levi narra di una Rete telefonica che, da semplice meccanismo, inizia a trasmutarsi in un organismo esteso e diffuso, in grado di decidere ed espandersi, finendo per diventare una sorta di tutore universale in grado di esercitare un potere normativo capillare nella vita degli individui, per guidarli, consigliarli, redarguirli, prevenirne i comportamenti inadeguati, e tutto questo sempre «a fin di bene», sempre fedele al suo «scopo di esistenza»: «permettere, agevolare ed accelerare le comunicazioni tra gli abbonati». Il racconto ha un epilogo per certi aspetti rassicurante: l’ingegnere capo, resosi conto che la situazione è andata fuori controllo, intima alla Rete di sospendere ogni sua iniziativa con la minaccia che altrimenti le avrebbe «cacciato in corpo venticinque impulsi ad alta tensione e frequenza». A quel punto, la Rete, da simulatrice del comportamento umano medio qual è, imita l’uomo anche nel mostrarsi sensibile alle minacce e reagisce auto-mutilandosi e provocando così una paralisi completa delle comunicazioni per diverse settimane.

Nel testo che segue, non si parlerà, se non in modo marginale, di vantaggi, svantaggi, prestazioni, opzioni, di questa o quella innovazione tecnologica. Si parlerà del tipo di potere che sta prendendo forma con l’avvento su larga scala delle tecnologie dell’informazione e della cosiddetta “intelligenza artificiale”, e del tipo di mondo che tale potere prefigura.