Alcuni dei più grandi gruppi energetici europei si stanno preparando per utilizzare un nuovo sistema di pagamento per il gas russo proposto dal Cremlino, che secondo i critici è contrario alle sanzioni dell’Unione Europea, minaccia la sua unità e assicura miliardi in contanti per l’economia russa, scrive il Financial Times

Le società di distribuzione del gas in Germania, Austria, Ungheria e Slovacchia hanno in programma di aprire conti in rubli con Gazprombank, la filiale bancaria di Gazprom in Svizzera, per soddisfare la domanda russa di pagamenti con la moneta russa. Questi gruppi includono due dei maggiori importatori di gas russo: Uniper con sede a Düsseldorf in Germania e OMV con sede a Vienna. Secondo le fonti accreditate, le trattative tra Gazprom e i buyer europei si sono intensificate, in quanto si avvicinano i termini di pagamento.

Allo stesso modo, la nostra Eni, uno dei più importanti clienti di Gazprom, sta valutando le sue opzioni secondo due fonti bene informate. L’ENI ha tempo fino alla fine di maggio per decidere cosa fare. I preparativi riflettono le conseguenze del tentativo russo di strumentalizzare le forniture di gas e dividere il fronte comune europeo contro Mosca.

Il presidente russo Vladimir Putin ha emesso un decreto a fine marzo che richiede agli acquirenti di gas delle cosiddette nazioni ostili — che includono l’intera UE — di pagare in rubli tramite Gazprombank. La misura è stata vista come un modo per disinnescare le sanzioni dell’UE contro la banca centrale russa per l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Gli importatori di gas in Polonia e Bulgaria, che si sono rifiutati di aderire al programma del Cremlino, mercoledì hanno visto interrotte le forniture di gas dalla Russia, una decisione che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito un ricatto. Bruxelles ha faticato molto per soddisfare le richieste di Mosca: la Commissione ha emanato una guida tecnica formale, riconoscendo che l’ingegneria finanziaria ideata dal Cremlino potrebbe essere “compatibile con le sanzioni” a determinate condizioni. Ciò porterebbe la Russia ad avere accesso a miliardi di dollari di entrate dal gas per sostenere la sua valuta e la sua economia, hanno affermato gli Stati membri e i funzionari dell’UE. Con il nuovo meccanismo russo, le aziende europee continueranno a pagare Gazprombank per le loro importazioni in euro, assicurandosi di non violare il regime sanzionatorio. La banca russa, che non è soggetta alle sanzioni dell’UE, convertirà quindi, su sua richiesta, i depositi in euro in un secondo conto aperto a suo nome, per un ulteriore pagamento alla Russia. I consiglieri della Commissione hanno concluso che qualsiasi mossa dell’UE per imporre sanzioni a Gazprombank, che sarebbe il modo più veloce per chiudere la finestra, potrebbe mettere a repentaglio l’intero meccanismo di pagamento esistente per il gas russo, con conseguente interruzione catastrofica delle forniture. Valdis Dobrovskis, vicepresidente esecutivo della commissione, ha affermato in un’intervista che spettava principalmente alle singole società che avevano firmato i contratti con Gazprom implementarli e interpretarli. Ma li ha esortati a rispettare la lettera di questi contratti. “I prezzi sono concordati in euro o dollari. Quindi paghi quell’importo di euro per una determinata quantità di gas, e basta”, ha detto.

Tutti i paesi dell’Unione Europea hanno concordato che non pagheranno la Russia direttamente in rubli per le importazioni di gas russo, hanno affermato alti funzionari europei, osservando che i prossimi pagamenti sono previsti per il 20 maggio. “Quello che sappiamo, e c’è un consenso tra tutti gli Stati membri, è che nessuno è disposto a pagare”, ha detto un funzionario ai giornalisti, aggiungendo che la Commissione europea non sapeva quanti acquirenti avessero conti aperti per i pagamenti della fornitura di gas tramite Gazprombank.

Un motivo in più per il Cremlino è il rafforzamento del rublo, poiché ad oggi, in base ai contratti, le società europee pagano Gazprom in euro o dollari. Se Mosca raggiungesse il suo obiettivo, soprattutto nel commercio con l’Europa, non solo l’indebolimento del rublo si rafforzerebbe, ma invierebbe agli americani un messaggio di forza e sfida al primato del dollaro. Allo stesso modo, la leadership russa vuole “spezzare” il fronte occidentale, sia tra l’UE e Stati Uniti o all’interno dell’Unione, dove si aspetta che alcuni membri cerchino un accordo intenzionalmente (Ungheria) o per necessità (Austria). Ciò pregiudicherebbe l’adozione di una posizione unitaria nei confronti di Mosca. A proposito, i contratti di Bulgaria e Polonia con Gazprom scadono alla fine del 2022 e sarà difficile rinnovarli.