Xi Jinping: La nostra patria rossa

Il discorso “patriotico” del presidente Xi Jinping durante il suo attuale viaggio nel nord della Cina ha suscitato l’interesse degli osservatori del regime cinese.

[Foto file, EPA/XINHUA/XIE HUANCHI]

PECHINO (北京首都). Una dichiarazione del presidente Xi Jinping durante il suo attuale viaggio nel nord della Cina ha suscitato l’interesse degli osservatori del regime cinese. Parlando con il personale militare nella provincia di Liaoning, nel nord-est della Cina, Xi ha usato l’espressione “madrepatria rossa”.

Il termine iniziò ad essere usato dal Partito Comunista Cinese (中国共产党) nel 1965, per diventare particolarmente popolare durante la Rivoluzione Culturale del 1966-1976. Usando questo termine, Xi cerca di enfatizzare la natura di classe del partito, chiamando il P.C.C. a non dimenticare le sue origini rivoluzionarie.

Tra il 1980 e il 2012, periodo di riforma e apertura all’Occidente, il termine è stato utilizzato solo 19 volte in articoli dell’organo di partito “Il Quotidiano del Popolo (人民日報)”, che si è occupato principalmente della storia dei primi anni del partito.

Nel 2013, tuttavia, il presidente Xi ha visitato la città di Shibaipo, meta prediletta dai “turisti rossi” e base del partito durante la seconda guerra mondiale. Nel suo discorso, Xi ha parlato di una “patria rossa”, invitando il partito a non perdere mai di vista i bisogni e i desideri della gente. Dopo il discorso di Xi, la frase “patria rossa” è apparsa in più di 150 articoli sul “Il Quotidiano del Popolo (人民日報)”. Nel suo discorso nella provincia di Liaoning, Xi ha detto: “La nostra patria rossa è il risultato del sacrificio di sangue di milioni di martiri della rivoluzione. Non permetteremo a nessuno di cambiare il colore del nostro Paese. La gente non lo tollererebbe”.

Fonte: stampa estera
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In Cina i rapporti di produzione sono capitalisti e la produzione di plusvalore si basa su un intenso sfruttamento della forza lavoro, che ha scarsi spazi di resistenza. Il plusvalore è prodotto all’interno di un’area di accumulazione separata dall’economia-mondo, governata dal partito comunista il quale controlla i mezzi di produzione essenziali per lo sviluppo economico. A quest’area fluiscono i capitali finanziari provenienti dall’economia-mondo che contribuiscono alla crescita del paese. L’elemento distintivo del capitalismo cinese sta nel fatto che il capitale finanziario è al servizio dell’economia reale e questo consente una produzione di valore su scala allargata mentre nell’economia-mondo finanziarizzata i capitali produttivi sono tributari di quelli finanziari che distruggono valore. Il maggior sviluppo della produttività e la crescita costante della produzione di ricchezza in Cina dipendono da questo. Il partito comunista cinese ne trae legittimazione in quanto consente di progredire nel miglioramento delle condizioni di vita della popolazione in controtendenza con la generale crisi sociale del resto del mondo. Su questo si basa il socialismo con caratteristiche cinesi.