Ma cos’è la pace? Solo come luogo posso vedere la pace. Apre i suoi confini e abbraccia gli oppressi del mondo

Io che porto sulle mie spalle me stesso nelle strade del mondo per indicarli la strada giusta della pace e della speranza. Dovrò camminare notte e giorno verso un “luogo” lontano, portando sempre sulle mie spalle l’insopportabile peso di questo bellissimo mondo.

 

Il gelido inferno si affrettò a coprirci. Per tirarci fuori dalla solitudine e dalla disperazione della guerra in corso. Pensiamo ancora che si svolga su un altro pianeta, in un universo irreale, dove scorre il sangue, dove le persone muoiono di fame e dove le città crollano. Forse quando migliaia di profughi arriveranno nel nostro stesso Paese, armati della speranza di sopravvivere, forse solo allora capiremo la grande ferita che si è aperta sulla mappa del nostro mondo.

Le tastiere sono in fiamme. Difensori e oppositori di Putin, sostenitori e critici sarcastici di Zelensky, si impegnano ogni giorno in scontri “bellici”. La logica si è smarrita e alcuni, come l’eroe di questo testo, che un giorno mi ha chiesto di punto in bianco, si chiedono: cos’è la pace? E perché è male difenderla e non essere allo stesso tempo d’accordo con l’invasione di un paese, riconoscendogli il diritto di difendersi in ogni modo possibile?

Domande apparentemente semplici dell’amico 16enne, ma a cui è difficile rispondere con certezza. Ma questo “cos’è la pace?” Continuavo a pensarci. E non so se questa parola caratterizzi più l’armoniosa convivenza dei popoli. Vedi, anche le parole hanno perso le loro risonanze semantiche. Senti la parola “democrazia” come un bene da una voce fascista, o la parola “pace” da un uomo che avanza con le sue truppe in un paese vicino.

E capisci che anche solo toccare la verità sembra un’utopia. Che cos’è la pace, penso, vedendo su una strada statale polacca centinaia di ucraini che camminano con i loro pochi averi sulla schiena, tenendo per mano i figli. Sulla stessa strada camminano, accanto a loro, siriani con le ferite aperte dai bombardamenti, asiatici minori con i vestiti bruciati, curdi senza un pezzo di pane, ebrei con una stella nel cuore. Chiudi gli occhi, per non vedere il fiume che segue.

Solo come luogo posso vedere la pace. Apre i suoi confini e abbraccia gli oppressi del mondo. È nell’invulnerabilità dei potenti. Un baldacchino celeste protegge il loro diritto. Lì dentro, nel luogo della “pace”, gli orsacchiotti dei bambini riposano nei loro letti, gli anziani muoiono tra le braccia dei loro figli, donne e uomini si guardano negli occhi, parlano senza singhiozzi. E la vita, con i suoi alti e bassi, è una benedizione e non una fortuna. Chiaramente gli umani non riusciranno mai a sistemare questo posto. La storia non impara, si ripete come una profezia che si autoavvera.

Fonte: efsyn.gr

https://www.asterios.it/catalogo/il-mondo-e-un-posto-bellissimo