LƏA – Laboratorio Ebraico Antirazzista

 

COMUNICATO DIFFUSO DAL LEA (Laboratorio Ebraico Antirazzista, formato da giovani ebree ed ebrei italiani, esprime angoscia e orrore per la situazione in Palestina e Israele).

Il “Laboratorio ebraico antirazzista” è un gruppo di giovani italiani, uomini e donne, di origine ebraica che si batte dal 2020 contro la politica di annessione dei territori palestinesi ad Israele e contro le forme di antisemitismo. Dopo la diffusione del comunicato, Fanpage ha realizzato con 3 di loro un’intervista che potete trovare Qui.

Per saperne di più e prendere contatti, potete visitare la loro pagina FB. In un commento, un lettore scrive: “Anche se i media non ne parlano, nel mondo ebraico sono molte le voci che si levano in dissenso con la politica del governo Netanyahu e non mi riferisco solo a Moni Ovadia o ad alcuni giornalisti come Gideon Levy. Penso ad organizzazione come l’israeliana Yesh din (https://www.yesh-din.org/) o alla statunitense Jewish Voice for Peace (https://www.jewishvoiceforpeace.org/). Voci di speranza che vanno assolutamente sostenute nell’unica strada per raggiungere, attraverso una pace giusta, sicurezza e benessere per tutti”.

Leggere articolo di Gideon Levy:

Israele non può imprigionare due milioni di abitanti di Gaza senza pagare un prezzo crudele

“In questo momento di dolore e di devastazione, in cui piangiamo persone amate sia israeliane sia palestinesi, chiediamo la fine del massacro a Gaza e il rilascio immediato degli ostaggi israeliani.
Siamo ancora sgomenti per la carneficina di Hamas del 7 ottobre: niente può giustificare la strage e la cattura di civili inermi. A questo lutto si è aggiunto l’orrore per la violenta campagna militare israeliana volta a punire collettivamente il popolo palestinese. A Gaza, oltre due milioni di persone sono assediate e bombardate dall’aviazione israeliana, private di cibo, acqua, corrente elettrica e corridoi umanitari.

Un crimine di guerra non ne giustifica un altro. Chiediamo al governo italiano e all’Unione Europea di attivarsi con urgenza per porre fine allo spargimento di sangue e per raggiungere un cessate il fuoco.
Qui in Europa, denunciamo la stretta sulla libertà di espressione e di manifestazione pacifica. Rifiutiamo la retorica dello scontro di civiltà che sta già causando una drammatica recrudescenza di episodi di islamofobia e antisemitismo. Invece di mobilitare alcune minoranze contro altre, è necessario affrontare con serietà ogni forma di razzismo, e ragionare su altre forme di coesistenza oltre lo stato nazione.
La Nakba, i decenni di occupazione militare della Cisgiordania, le politiche di colonizzazione, apartheid e l’embargo su Gaza sono tra i fattori che impediscono di immaginare un futuro insieme. Come lo sono gli attacchi indiscriminati sui civili. La comunità internazionale è complice delle ripetute violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e della distruzione fisica e morale di tutte le comunità che vivono nella regione. Chi è sul campo ha bisogno dell’aiuto e della pressione di tutti gli attori coinvolti per fare spazio a una soluzione politica che comporti la fine dell’occupazione e la dignità per tutti i popoli. Non c’è altra via d’uscita.”